Lettera di solidarietà di Leyla Khaled a Leyla Güven

Lettera di Leyla Khaled, militante del Fronte popolare di liberazione della Palestina Fplp dagli anni Settanta, a Leyla Güven, parlamentare dell’Hdp (Partito democratico dei popoli, opposizione turco-curda a Erdogan) detenuta dal 22 gennaio 2018 per essersi verbalmente opposta in Turchia all’invasione di Afrin e in sciopero della fame da due mesi per la libertà di Abdullah Öcalan:

“Mia cara amica Leyla Güven.
Leyla nelle carceri dei persecutori, migliaia di calorosi saluti.
La prigione non è riuscita a soffocare la voce che è giunta fino a noi per mobilitare tutti i parlamenti del mondo al fine di soddisfare la richiesta di liberazione dei prigionieri politici, in particolare il grande rivoluzionario Abdullah Öcalan.
Nelle carceri turche e israeliane i rivoluzionari sono in sciopero della fame per la libertà e la giustizia e per fermare il sistema oppressivo che vuole spezzare la voce di coloro che vogliono democrazia.
A nome mio e a nome delle donne palestinesi dichiaro che userò la mia voce in opposizione a tutti gli attacchi contro i rivoluzionari.
Mia cara amica Leyla,
Noi sosteniamo che la persecuzione delle prigioni non continuerà. La tua pazienza e la tua lotta sconfiggeranno la fame.
Quanto più duro sarà lo sciopero della fame, tanto più onorevole sarà la tua lotta. Le persone e tutti gli amanti della libertà nel mondo rispondono con le loro azioni.
Ti bacio sulla fronte, ti tengo la mano.
Sei un modello per tutte le donne del mondo. Con la speranza della libertà …
La tua amica in lotta”

Leila Khaled

Intervista a Kardo Bokani, in sciopero della fame da 17 giorni a Strasburgo

Intervista a Kardo Bokani, in sciopero della fame da 17 giorni a Strasburgo per sostenere
la campagna per la liberazione di Abdullah Öcalan

 

Ci vuoi raccontare chi sei e perché ti sei unito a questo sciopero della fame a tempo indeterminato?
Mi chiamo Kardo Bokani e provengo dal Kurdistan orientale. Sono membro del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK). Il 17 dicembre abbiamo lanciato questo sciopero della fame a tempo indeterminato per porre fine all’isolamento imposto al leader curdo, Abdullah Ocalan, che dal 1999 è imprigionato nel carcere dell’isola di Imrali. Come forse sapete, non abbiamo più notizie di lui dal settembre 2016. Da allora alla sua famiglia è stato negato il permesso di visita e dal 2011 i suoi avvocati non sono più stati autorizzati a incontrarlo. Questa situazione ci sta facendo preoccupare molto, e ci costringe a fare qualcosa per porvi fine.

Perché hai deciso di farlo qui a Strasburgo?
Abbiamo lanciato il nostro sciopero di fronte al CPT (Comitato per la prevenzione della tortura) e al Consiglio d’Europa. Il CPT, come dice il nome stesso, è stato fondato come istituzione non politica per indagare su casi di presunta tortura. Se vengono a sapere di casi di tortura, dovrebbero svolgere il loro compito e prevenirli. Invece negli ultimi vent’anni Ocalan è stato continuamente oggetto tortura e il CPT non ha fatto il suo dovere. Da quasi tre anni Ocalan è tenuto in completo isolamento e il CPT è rimasto in silenzio. Questo silenzio ha incoraggiato la Turchia a continuare a torturare Ocalan senza farsi alcuno scrupolo. Chiediamo al CPT di cambiare atteggiamento nei confronti di Ocalan e del popolo curdo. La nostra richiesta non è né eccessiva né impraticabile. È semplice, umana e pratica. Chiediamo che il CPT invii una delegazione sull’isola di Imrali per visitare Ocalan. Per noi la sua salute e la sua sicurezza sono di fondamentale importanza.

Vedi qualche legame tra l’isolamento di Ocalan e la minaccia dello stato turco di attaccare il Rojava?
Certo, bisogna ricordare che la rivoluzione in Rojava si basa sulla teoria filosofico/politica di Ocalan. A differenza dei paesi vicini, dove si vedono Stati totalitari e centralizzati, costruiti sull’identità di un unico gruppo etnico, la rivoluzione in Rojava ha costruito un nuovo sistema basato sulla democrazia diretta, l’uguaglianza di genere e la tolleranza religiosa, la cooperazione interetnica e l’ecologia. Si tratta di un sistema unico nella regione. Per questo motivo, tra l’altro, non piace ai vicini Stati autoritari.
Chi odia la rivoluzione in Rojava è soprattutto lo Stato turco, e fin dall’inizio è stato il potere politico e militare più ostinato nel cercare di soffocare il cambiamento nella Siria del nord. Non c’è bisogno di essere uno scienziato politico per sapere che la Turchia ha sostenuto l’ISIS. E perché la Turchia lo ha fatto? Perché voleva impedire ai curdi di sviluppare il loro progetto democratico in Rojava. Ha fatto ricorso agli estremisti islamici per combattere i curdi.
Ma quando il presidente turco Erdogan, si è reso conto che sono state le forze curde a sconfiggere l’ISIS, ha iniziato a interferire direttamente. Ricordiamoci che è stato proprio all’inizio del 2018 che la Turchia ha invaso il cantone di Afrin; la città è stata bruciata e saccheggiata e la sua popolazione costretta ad abbandonare i luoghi in cui viveva. Non molto tempo dopo questo attacco, ancora una volta, stiamo per assistere a una ulteriore invasione in Rojava, prima di tutto per non far prosperare ulteriormente questo progetto democratico e, in secondo luogo, per non lasciare che i curdi mantengano il loro status politico.

Qual è il tuo messaggio al popolo curdo, specialmente ai giovani?
Ocalan non è una persona semplice, non è un leader come tanti. In primo luogo è una figura politica di grande importanza, riconosciuta da milioni di curdi come il loro legittimo leader. In secondo luogo, è un teorico politico il cui contributo alla letteratura su una varietà di questioni filosofiche non può e non deve essere ignorato. In terzo luogo, è la voce più forte di tutta la Turchia a sostegno della pace. Dal 1993 chiede la pace e una soluzione politica alla questione curda in Turchia. Da allora il PKK, sotto la sua guida, ha dichiarato otto cessate il fuoco unilaterali e ha ritirato due volte le sue forze dalla Turchia all’Iraq settentrionale. Dal 2009 è stato impegnato in un processo di pace con il governo turco che si è concluso nel 2015, dopo che Erdogan l’ha annullato e ha lanciato una guerra contro tutto il popolo curdo. Allo stesso tempo, sono stati interrotti tutti i contatti con Ocalan ed è stato messo in completo isolamento. Vogliono mettere a tacere Ocalan perché chiede la pace e una soluzione politica alla questione curda.
Ora che lo Stato turco non vuole la pace e continua a suonare i tamburi di guerra, il popolo curdo, soprattutto i giovani, così come tutte le forze democratiche e progressiste del mondo dovrebbero dare il loro completo sostegno a Ocalan e, in primo luogo, cercare di porre fine all’isolamento impostogli e fermare le politiche aggressive perseguite dallo Stato turco.
I giovani sono la forza principale del cambiamento. Per cambiare lo status quo è fondamentale che i giovani facciano sentire la loro voce e protestino contro la politica brutale che le potenze occupanti stanno perseguendo in Kurdistan. Ocalan ha dedicato tutta la sua vita per dare una esistenza dignitosa ai giovani curdi e ora è il turno dei giovani curdi di opporsi a ciò che la Turchia sta facendo ad Ocalan e alla causa per la quale egli si batte da sempre.

 

Fonte: hungerstrikes.eu

Appello: «Unitevi alle proteste a Parigi e allo sciopero della fame a Strasburgo»

Appello del Comitato Europeo di Jineolojî per unirsi alle proteste a Parigi e partecipare allo sciopero della fame a Strasburgo

Care compagne, amiche e sorelle,

come forse sapete, il 9 gennaio del 2013 le nostre tre compagne Sakîne Cansiz, Fîdan Dogan e Leyla Şaylemez sono state uccise a colpi d’arma da fuoco a Parigi. Erano tre rivoluzionarie, tre donne curde, tre donne libere che hanno dedicato la vita alla liberazione della loro gente e alla libertà di tutte le donne del mondo. Quei proiettili sparati hanno colpito la lotta e la volontà di tutte le donne che lottano per la libertà: un attacco ideologico contro il progresso del nostro movimento rivoluzionario globale, un attacco con chiari obiettivi politici.

Con la loro vita e la loro morte hanno dato forza alla lotta per la liberazione delle donne e alla rivoluzione in Kurdistan. Ecco perché promettiamo di intensificare la nostra resistenza e la nostra organizzazione continuando a camminare insieme sul sentiero della lotta che loro hanno aperto. Continueremo a lottare instancabilmente contro la mentalità del dominio maschile e la politica degli Stati-Nazione, fino alla fine del sistema capitalista, del patriarcato e del fascismo.

Gli omicidi di Parigi, ordinati da Erdogan e dai servizi segreti turchi, così come l’occupazione di Afrin all’inizio del 2018 e la nuova minaccia di Erdogan di invadere il resto del Rojava e distruggere i risultati della rivoluzione femminile, mostrano ancora una volta che né il governo turco né le potenze internazionali hanno alcun interesse a porre fine alla guerra in Medio Oriente, alla prigionia di Abdullah Öcalan e a riconoscere l’autodeterminazione dei popoli del Kurdistan.

In segno di protesta alla sporca politica della Turchia contro il popolo curdo e all’isolamento di Abdullah Öcalan, la vice deputata curda dell’HDP, Leyla Güven, detenuta all’inizio del 2018 in Turchia per aver criticato l’invasione militare di Afrin, ha cominciato uno sciopero della fame ad oltranza lo scorso 7 novembre. Quest’azione ha scatenato un’ondata di solidarietà: decine di prigionieri politici in Turchianel Kurdistan settentrionale hanno cominciato lo sciopero della fame il 27 novembre. E in seguito si sono unite anche diverse città del Rojava e della Siria settentrionale. Quest’ondata è arrivata anche in Europa, dove diverse città hanno aderito allo sciopero della fame, in particolare a Strasburgo, dove 18 persone, dal 17 dicembre, hanno iniziato uno sciopero della fame illimitato che continuerà fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte.

Pertanto, come Comitato Europeo di Jineolojî, chiediamo a tutte le nostre compagne e a tutte le donne di unirsi con più forza che mai alla manifestazione del 12 gennaio a Parigi, in memoria delle nostre tre compagne rivoluzionarie e in difesa della rivoluzione femminile: scendiamo per le strade contro il tentativo di Erdogan e del governo turco di annientare l’onorevole lotta per la libertà condotta dalle donne e dal popolo curdo!

Inoltre, noi di Jineolojî Europa, invitiamo tutte le nostre compagne, amiche e sorelle a prendere parte a una delegazione di donne internazionaliste di Jineoloj che si uniranno a tre giorni di sciopero della fame a Strasburgo per sostenere Leyla Güven e per interrompere l’isolamento di Abdullah Öcalan. Coloro che vogliono unirsi a noi a Strasburgo possono scriverci al più presto una mail a jineolojieurope@riseup.net

Qui potete avere costanti aggiornamenti sui vari scioperi della fame in corso: https://hungerstrikes.eu/

Difendi la rivoluzione delle donne, combatti contro il fascismo!
Solidarietà con Leyla Güven e con tutti gli scioperanti della fame!
Libertà per Abdullah Öcalan!
Sara, Rojbîn, Ronahî – Jin, Jiyan, Azadî!

Comitato Europeo di Jineolojî