La violenza contro le donne aumenta durante la campagna “Resta a casa”

“Per eliminare insieme sia il virus sia la violenza maschile, dobbiamo essere solidali. Dobbiamo creare reti di solidarietà femminile nei quartieri, creare comunità femminili e rafforzare la nostra difesa organizzata”.

Turchia

Nupelda Çelik della campagna “Emancipazione femminile” ha parlato con l’ANF nei due giorni di coprifuoco imposti dal governo nei fine settimana per contrastare la pandemia del coronavirus e della campagna “Resta a casa” lanciata per lo stesso scopo nei giorni feriali.

Çelik ha sottolineato che il numero crescente di persone che hanno contratto il virus supera le decine di migliaia e che, secondo i dati del Ministero della Salute, c’è già un numero molto alto di deceduti e ha aggiunto che questo è in parte dovuto alle decisioni sbagliate o tardive prese dal governo.  

Çelik ha detto che la campagna “Resta a casa” non include tutti: molti lavoratori che non operano in servizi essenziali sono costretti a recarsi al lavoro anche durante i fine settimana perché vengono rilasciati permessi speciali alle aziende che li impiegano. E poi c’è un altro grosso problema legato a questa campagna ed è l’aumento della violenza contro le donne. E il governo insiste nel non voler vedere ciò che accade nelle case.

Çelik ha aggiunto: “Ora, da un lato, abbiamo le donne che erano costrette a rimanere a casa prima delle misure pandemiche, alle quali non è stata offerta una vita fuori casa. In questo processo queste donne, la cui identità è sfruttata e ignorata, sono sottoposte a una doppia pressione, poiché devono occuparsi dei bambini, degli anziani e degli uomini a casa. D’altra parte, abbiamo le donne che lavorano, per le quali è vero anche quanto ho già segnalato. Voglio condividere una cosa di cui il Sindacato di Solidarietà dei Lavoratori a Domicilio (Evid-Sen) ha parlato quando ha riferito di donne che sono state licenziate e che hanno anche subito violenze da parte degli uomini nelle loro case. A loro viene detto: ‘Se non porti soldi a casa, allora vattene’. Il governo invita le persone a rimanere a casa, dicendo che la casa è un posto sicuro. Ma gli assassini di oltre 400 donne uccise nel 2019 – quando ancora non c’era l’emergenza per la pandemia – erano per lo più uomini che vivevano nella stessa casa della loro vittima”.

Notando che molti stupratori, assassini di donne e pedofili sono stati rilasciati grazie al decreto esecutivo per l’emergenza, Nupelda Çelik ha sottolineato che le donne che hanno chiamato il 155 sono state ignorate con la scusa dell’emergenza sanitaria.

Ricordando che i comuni in Kurdistan, prima di essere commissariati e presi in carico da amministratori fiduciari nominati dallo Stato, avevano creato istituzioni femminili e che queste istituzioni sono state chiuse dai nuovi amministratori.

Çelik ha concluso le sue osservazioni dicendo: “Quando hanno approvato il decreto esecutivo per l’emergenza l’hanno annunciato in un evento in cui i partecipanti non rispettavano la distanza sociale. Assassini di donne, molestatori, stupratori, pedofili sono stati rilasciati. Ora sono tutti liberi di commettere nuovi omicidi, o di aggredire, molestare, violentare di nuovo una donna. Pertanto, ribadiamo il nostro appello. Per eliminare insieme sia il virus sia la violenza maschile, dobbiamo essere solidali. Dobbiamo creare reti di solidarietà femminile nei quartieri, creare comunità femminili e rafforzare la nostra difesa organizzata”.