Appello internazionale per resistere ai Talebani in Afghanistan

L’Iniziativa per combattere contro l’occupazione e il femminicidio per la pace e la sicurezza ha pubblicato un appello per le organizzazioni internazionali sull’Afghanistan e il ritorno dei Talebani.

Traduciamo da ANF (25 agosto 2021).

È stato pubblicato un appello dall’Iniziativa per combattere contro l’occupazione e il femminicidio per la pace e la sicurezza sul ritorno dei Talebani al potere.

L’appello dice: “I Talebani hanno dichiarato la legge della Shari’a dopo aver occupato molte città e paesi, tra cui Kabul. Ci sono state notizie che i Talebani, che hanno dichiarato che rispetteranno i diritti delle donne soltanto nella cornice del regime della Shari’a, abbiano già iniziato a mettere in pratica una serie di decisioni che ignorano i diritti di base delle donne e lasciano le donne senza spazio vitale.

Come il pubblico mondiale ricorderà, l’Afghanistan fu sottoposto al dominio dei Talebani tra il 1996 e il 2001. E subito dopo la dichiarazione della legge della Shari’a, le donne e le bambine furono escluse dalla partecipazione scolastica, dalla partecipazione in politica e dai discorsi pubblici. Le donne che andavano contro queste regole venivano lapidate, venivano loro tagliate le dita oppure venivano condannate a morte. Con la rimozione dei Talebani dal potere e con la resistenza e la lotta delle donne afghane, le bambine ottennero il diritto all’educazione, fu abolito l’obbligo del burqa, si fecero molte conquiste quali la legge per combattere la violenza contro le donne e l’abolizione del divieto di lavoro e queste conquiste continuarono fino a che i Talebani ottennero nuovamente il potere.”

L’appello continua: “Essendo ovvio che le donne hanno affrontato un grande massacro nel corso di tutta la storia, soprattutto nel Medio Oriente, siamo sconcertati nel vedere alcune organizzazioni internazionalmente attive che hanno uffici in Afghanistan che si incontrano e parlano con rappresentanti talebani. In Afghanistan, accettare di fare affari con l’amministrazione talebana porta con sé il pericolo di legittimare le attuali violazioni dei diritti. Infatti, il regime talebano è un altro nome per l’ineguaglianza, la violazione dei diritti e la morte delle donne. 

Contrariamente alle parole recentemente pronunciate dal presidente della Turchia Erdogan, come “Iniziativa per combattere contro l’occupazione e il femminicidio per la pace e la sicurezza” e come donne noi abbiamo molti conflitti e problemi con la fede dei Talebani e non c’è modo di poter raggiungere un accordo con un’organizzazione misogina come i talebani! L’entusiasmo della Turchia nel lavorare insieme ai talebani in Afghanistan è preoccupante e dà da pensare, dato che il mondo intero sa del supporto attivo che il governo dell’AKP ha fornito alle bande come l’ISIS e che molto recentemente un decreto presidenziale “di mezzanotte” in Turchia ha messo fine alla partecipazione alla Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e alla violenza domestica)!”

L’Iniziativa per combattere contro l’occupazione e il femminicidio per la pace e la sicurezza ha fatto appello a tutte le organizzazioni internazionali:

“Agire con urgenza per disarmare i Talebani il prima possibile; imporre sanzioni su tutte le potenze e gli Stati che hanno aiutato o avuto un ruolo nell’armare i Talebani; prendere urgentemente qualsiasi misura contro questo regime fondamentalista; fare attenzione al diritto alla vita di tutti i gruppi anti-talebani, specialmente le donne e i bambini in Afghanistan.”

L’Iniziativa inoltre lanciava un appello “a chiunque, per opporsi al riconoscimento del governo talebano e supportare la resistenza e la lotta delle donne afghane contro il fascismo reazionario maschilista.”

Il KJK esprime solidarietà alle donne e ai popoli afghani

In quanto donne del Kurdistan, chiediamo a tutte le donne, specialmente le donne del Medio Oriente, di schierarsi in solidarietà con le nostre sorelle in Afghanistan, di amplificare le loro voci e di difendere le loro vite, conquiste e sogni.

Il Comitato per le relazioni e le alleanze democratiche del KJK (Comunità delle Donne del Kurdistan) ha rilasciato un comunicato lunedì esprimendo solidarietà alle donne e ai popoli in Afghanistan. Il comunicato è il seguente:

“In Afghanistan, che per decenni è stato il teatro di guerre “proxy” [per procura, si intende tra attori che agiscono per conto d’altri, ndt], il potere è stato lasciato in mano ai misogini Talebani come risultato di sporche politiche delle potenze globali egemoni. Questa situazione, che ha causato grande rabbia e frustrazione tra le donne e i popoli in Afghanistan e in tutto il mondo, ha rivelato ancora una volta la seguente verità: non c’è altro potere su cui possiamo contare oltre all’auto-potere, all’autorganizzazione e all’autodifesa. Ciò che è accaduto in Afghanistan ieri ha messo in mostra molto chiaramente l’ipocrisia degli Stati occidentali. Le potenze NATO hanno chiaramente dimostrato che, per loro, valori come la democrazia, la libertà e i diritti delle donne erano meramente strumenti per trovare una scusa per le loro sporche politiche. Quelli che hanno cercato di legittimare la loro occupazione con “i diritti delle donne” vent’anni fa ora lasciano le vite di milioni di donne alla mercé dei Talebani. 

Quelli che hanno lasciato in mano oggi l’Afghanistan ai Talebani e quelli che hanno lasciato occupare Afrin, Serêkaniyê, Girê Spî alla Repubblica Turca ieri sono le stesse potenze. Quelli che hanno dato via libera all’invasione turca del Rojava e della Siria del Nord-Est ieri, ripetono lo stesso scenario oggi in Afghanistan. Dalla prospettiva dei popoli, e specialmente delle donne, non c’è molta differenza tra quelli che sono al potere, come risultato di affari sporchi.

Dicendo “non abbiamo niente contro le credenze dei Talebani”, Erdogan, il capo del regime fascista turco, ha ammesso che condividono la stessa mentalità. Infatti, il piano degli USA di lasciare il controllo dell’aeroporto di Kabul in mano alla Repubblica Turca deve essere concepito all’interno di questa cornice. Lasciare il controllo dell’aeroporto in mano a Erdogan deve essere visto come un ulteriore passo per rafforzare la Turchia, che gestisce la sua politica attraverso l’organizzazione tra bande. Questo è un’enorme minaccia e pericolo per i popoli e specialmente per le donne. 

Proprio come ad Afrin, dove sono state fondate le YPJ, che ispirano le donne da tutto il mondo, e dove oggi le donne sono sottomesse e uccise come risultato di politiche delle potenze egemoni globali, adesso anche le donne in Afghanistan si trovano di fronte alla stessa minaccia. Questo è prefigurato dall’aumento della violenza contro le donne nei mesi passati e dalle uccisioni di donne pioniere.

In quanto popolo e donne curde, sappiamo molto bene che l’unico modo per difendere la nostra esistenza e la nostra volontà contro le politiche imperialiste e coloniali delle potenze globali egemoni è attraverso l’organizzazione. Senza l’auto-potere, l’autorganizzazione e l’autodifesa, non sarà possibile costruire e mantenere una vita libera. Sia come popolo che come movimento, abbiamo avuto esperienza e ancora ne abbiamo in modo molto pesante di questa realtà. Il complotto internazionale contro il nostro leader Abdullah Ocalan il 15 febbraio del 1999 è l’esempio più concreto di ciò. Dalle occupazioni dell’ISIS in Rojava e in Bashûr (Kurdistan del Sud/iracheno), specialmente a Shengal e Kobanê, fino alle occupazioni turche qui, le politiche coloniali e genocide che affrontiamo sono basate sull’equilibrio di interessi del capitalismo globale.

Allo stesso modo, lasciare il controllo dell’Afghanistan in mano ai Talebani, nemici delle donne e dei popoli, è avvenuto in un contesto di interessi geostrategici perseguito dagli Stati occidentali, specialmente gli USA, nel Medio Oriente e in Asia centrale. Ancora una volta, vediamo che per le potenze in questione, i desideri, la volontà, i sogni, le speranze e gli sforzi dei popoli che vivono in queste terre non hanno nessuna importanza. Perché non soltanto oggettificano queste terre, che vedono soltanto dalla prospettiva del colonizzatore, ma anche tutte le persone che vivono in queste terre. Non c’è nulla che i perpetratori di queste politiche vecchie di vent’anni non farebbero per soddisfare i loro propri interessi. Questo è il motivo per cui cercare dei limiti, o qualsiasi umanità o genuinità nelle politiche degli Stati occidentali, non è neanche ingenuità, ma ignoranza. Quelli che dicevano di combattere i talebani per i propri interessi e che hanno sacrificato le vite di 200mila persone, oggi fanno affari sporchi con quelle stesse potenze come se niente fosse.

Durante gli anni di occupazione e di regime talebano, quelle che hanno combattuto e resistito di più per la democrazia reale, la libertà e una vita dignitosa sono state le donne. Nel periodo più difficile, nelle circostanze più difficili, le donne dell’Afghanistan hanno trovato modi per organizzarsi. Con la potenza e il supporto che diamo e la solidarietà e la difesa che dimostriamo come donne, abbiamo piena fiducia che esse rivolgeranno la loro resistenza non soltanto contro i talebani, ma contro tutte le potenze e le mentalità misogine. Dal Kurdistan all’Afghanistan, una vita libera e una democrazia reale saranno costruite sotto la guida di donne organizzate. In quanto donne del Kurdistan, oggi siamo con le donne e i popoli afghani proprio come lo eravamo ieri. Chiediamo a tutte le donne, specialmente le donne del Medio Oriente, di schierarsi in solidarietà con le nostre sorelle in Afghanistan, di amplificare le loro voci e di difendere le loro vite, conquiste e sogni. Rinforziamo le nostre alleanze tra donne contro queste potenze patriarcali e misogine!

Jin Jiyan Azadî [Donna, Vita, Libertà].”

Traduzione del comunicato del KJK pubblicato su ANF il 16 agosto 2021.