La regione di Afrin in particolare ha giocato un ruolo centrale come centro della rivoluzione delle donne e nella creazione di strutture democratiche dirette.
Per dare continuità alla lotta delle nostre martiri, promettiamo loro di intensificare il lavoro nel Nord-Est della Siria fino a quando tutti i loro obiettivi e sogni di libertà, giustizia e uguaglianza saranno raggiunti.
Con RAWA, Meena ha gettato le basi di un’organizzazione che, 35 anni dopo il suo assassinio, è più che mai una forza nella resistenza delle donne afgane.
Nell’anniversario del massacro di Parigi, rafforzeremo ancora una volta la solidarietà globale delle donne contro il fascismo, il patriarcato e il femminicidio.
Il TJA ha festeggiato il nuovo anno dei popoli e delle donne che resistono alla dominazione maschile e ha detto che il 2022 sarà l’anno della vittoria.
Sono le donne ad essere più colpite dalle guerre, quindi il 25 novembre nel Nord-Est della Siria significa anche ribellarsi alla guerra di occupazione.
L’internazionalista italiana Jessica Todaro ha descritto il supporto dato dal governo del Kurdistan meridionale alle politiche della Turchia come “pericoloso” e ha detto che la divisione tra i curdi aiuterà soltanto i nemici della pace.
“Pensiamo che il KRG abbia voluto sabotare il nostro programma per far sì che, grazie alla copertura mediatica, il nostro messaggio non arrivasse alla comunità internazionale.”
Il Rojava è un’utopia vivente, una visione di come il mondo potrebbe apparire dopo il capitalismo e di come possiamo arrivarci. Il Rojava è una prospettiva in un tempo pieno di attacchi. Se parli di Rojava, allora devi parlare anche di Abdullah Öcalan.
L’anno appena trascorso, tra l’8 marzo 2020 e l’8 marzo 2021, è stato segnato da un aumento degli attacchi femminicidi da parte del sistema patriarcale e dalla resistenza delle donne a questi attacchi.
Un tribunale italiano ha confermato la sorveglianza speciale contro l’ex combattente YPJ “Eddi” Marcucci. Questo è un altro caso di repressione contro gli internazionalisti di ritorno dal Rojava.
Oggi, 9 gennaio, ricordiamo l’assassinio delle nostre compagne curde Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Şaylemez. Otto anni fa queste tre meravigliose donne e rivoluzionarie sono state uccise a Parigi dai servizi segreti turchi.
La violenza di genere che ogni giorno si consuma sulla pelle delle donne è lo strumento attraverso cui il sistema patriarcale afferma la sua esistenza.
La Turchia è decisa a distruggere il baluardo della liberazione delle donne in Siria del Nord. Ma le donne del Rojava non si arrenderanno, scrive Dilar Dirik.
Mano nella mano opponiamoci a tutte le forme di violenza. La catena che creeremmo unendo le nostre mani può creare un muro contro il sessismo, il razzismo e il colonialismo.
Chiediamo a tutte le donne di difendersi, di organizzarsi e combattere, combattere ogni femminicidio. L’uccisione delle nostre compagne non passerà impunita ed essa rafforza ancora di più la nostra organizzazione.
Come coordinamento del Kongra Star, condanniamo totalmente gli attacchi ai membri del Kongra Star nella regione dell’Eufrate Zehra Berkel, Bedîa (Hebûn) Mele Xelîl e madre Emîna Weysi.
Sappiamo molto bene che fino a oggi, grazie ai nostri sforzi e al nostro impegno, abbiamo ottenuto grandi cose. Bisogna preservare e sostenere questi valori e l’impegno di tutti.
Questo sistema è istituito attraverso sforzi coordinati alla democratizzazione, all’educazione e alla decostruzione all’interno della società di gerarchie patriarcali, sociopolitiche, economiche e culturali.
Costruiamo una vita libera insieme in memoria di George, di Barış, di tutte le persone che sono morte per mano del fascismo e del razzismo e di tutte le persone resistenti che ci hanno preceduto.
La filosofia base di “Şîfa Jin” è che la salute è lo specchio dello stile di vita, delle relazioni con la società e dell’ambiente e, quindi, riflette la storia dell’oppressione e della resistenza.
La salute è lo specchio della società in cui viviamo e della nostra relazione con essa: solo una società libera dall’oppressione e dalla repressione sarà dunque una società sana.
Nel mondo odierno pieno di bruttezza, ingiustizia e malvagità, non è l’estetica delle forme fisiche, aumentate, che costituisce la bellezza; solo le donne che difendono la vita con la lotta possono creare bellezza.
La nazione democratica è l’unità di tutte le strutture organizzative sulla base della libertà sociale, politica, culturale, economica, religiosa, confessionale e della liberazione delle donne, ad un livello ecologico e comunitario.
“Come trattiamo la natura, come vengono trattate le persone, come si tratta la nostra interiorità, qui è dove inizia il dibattito sulla salute” – Intervista a un’operatrice sanitaria internazionalista in Siria del Nord-Est (10 maggio 2020)
Sviluppare coscientemente una lotta comune contro l’attacco del sistema sulla società e sull’individuo e contro la percezione che vuole creare, non è più un dovere che si può posticipare.
Nelle ultime settimane abbiamo visto e sentito ancora una volta quanto sia importante preservare le nostre risorse naturali e il nostro stile di vita ecologico.
Questo significa costruire relazioni sane tra la natura e le persone e tra le persone.
Autodifesa significa esistenza. Senza di essa non possiamo sopravvivere, non possiamo essere. Per comprendere l’autodifesa dobbiamo sapere: cosa intendiamo con “auto”? Cosa intendiamo con “difesa”?
Una testimonianza di una compagna della Retejin che ha partecipato alla LongMarch2020 per la liberazione di Reber Apo Ocalan e la difesa della rivoluzione delle donne
Cari amici rinchiusi nel Centro di Detenzione Amministrativa di Lyon Saint-Exupéry (Francia), abbiamo letto il vostro appello. Abbiamo saputo dello […]
Le donne della Comune Internazionalista del Rojava hanno organizzato una delegazioneinternazionale femminista per far conoscere la realtà delle donne e […]