Leyla Güven chiede la fine delle azioni di sacrificio: i rivoluzionari non dovrebbero morire così facilmente

Ho lasciato una stagione di resistenza, ma la resistenza continua e cresce sempre di più. Benché sia stata io a fare il primo passo, la svolta è avvenuta con la resistenza in carcere. Il nostro appello si è diffuso in tutto il mondo. Ora tutti sanno che il popolo kurdo non accetta di vivere in isolamento. Ora la nostra priorità è mantenere alti il morale e la motivazione. La nostra ideologia si basa sul fatto che i rivoluzionari non dovrebbero morire facilmente ma resistere fino alla fine. Stiamo resistendo.
Sappiamo che la nostra speranza e la nostra libertà sono prigioniere e in isolamento nell’isola di Imrali.
Per la prima volta nella nostra storia migliaia di persone stanno resistendo a tempo indeterminato per mettere fine all’isolamento. Nessuno può dire che queste azioni non produrranno risultati. Sicuramente otterremo dei risultati e sicuramente vinceremo.
E, in realtà, abbiamo alcuni risultati li abbiamo già ottenuti. Le celebrazioni del Newroz quest’anno hanno raggiunto in assoluto il più alto livello di partecipazione e sostegno alla resistenza: le persone hanno riempito all’inverosimile i raduni scandendo gli slogan di giovani e donne. Il popolo ancora una volta ha voluto dire che non accetta una vita in isolamento né l’isolamento che viene imposto al leader popolare kurdo; non accettiamo questa vita.
I “sovrani” hanno visto milioni di persone festeggiare il Newroz, e credo che loro debbano sentirsi responsabili. Noi non siamo quelli che si lasciano costringere e mettere all’angolo, non siamo quelli che non sanno come andare avanti. Quelli sono l’AKP e il MHP, perché tra breve ci sarà una tornata elettorale e non hanno una soluzione, non sanno cosa fare.

Stiamo affrontando una nuova fase di resistenza

Compagni, stiamo andando verso una nuova fase. Manca poco alla vittoria. In tutta sincerità vi chiedo di stringervi intorno agli attivisti e di creare un cerchio di speranza e volontà. Perché la vittoria è vicina, la raggiungeremo, vinceremo al cento per cento. Dico ai nostri compagni che in carcere continuano le loro azioni in maniera morale, entusiasta e pacifica: coloro che non stanno facendo lo sciopero della fame dovrebbero abbracciare quelli che lo fanno.

Dobbiamo essere forti e tenere alto il morale

Zülküf, Ayten, Uğur, amici, ho grande rispetto per le vostre azioni. Volevate rompere il silenzio con il vostro spirito di sacrificio. Ma in realtà ogni amico che esegue azioni come queste porta via un pezzo del mio corpo, un pezzo del mio spirito e del mio cuore.
Queste azioni meritano rispetto. Ma ricordiamo che c’è già un’azione in corso. Siamo già in azione, siamo vicini al risultato. Dobbiamo stare accanto agli attivisti dello sciopero della fame, non intraprendere nuove azioni. Le azioni di sacrificio sono davvero impagabili, non si possono criticare, ma il leader popolare curdo ha detto che “si deve mettere la propria vita di fronte a se stessi, non la propria morte”, “si deve intensificare la propria lotta per avere una vita onorevole”, “non per morire, ma per intraprendere diverse azioni di lotta”.
Amici, per raggiungere il risultato dobbiamo essere uniti e far sì che in tutto il mondo si sappia di questo sciopero della fame. Questo è il nostro scopo.
Per questo motivo finora ho fatto lo sciopero della fame con morale alto e con grande entusiasmo.
Ed è ancora più importante sollevare il morale degli amici in carcere.
Abbiamo bisogno di essere forti, di tenere alto il morale.
Per vivere insieme, per rompere l’isolamento insieme.
Festeggeremo quel giorno insieme.
Pertanto, io mi prendo cura di me stessa, della mia vita. Voglio che voi rimaneste accanto a coloro che sono sciopero della fame e non compiate azioni di sacrificio.
Queste azioni stanno minando il mio morale.
Qualunque cosa io faccia mi procura una scossa emotiva, mi fa sentire di più la fatica. Così non posso andare avanti.
Spero che i miei amici continuino in questo modo e che la nostra azione abbia successo.

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