Cinquantanove anni fa, nella Repubblica Dominicana, le sorelle Mirabal assunsero un ruolo di punta nella resistenza senza precedenti che era sorta contro la dittatura di Trujillo. Non permisero alla dittatura di costringerle a svendere la loro vita e i loro valori. Hanno insegnato al popolo che, per ottenere democrazia e libertà, è necessaria una resistenza politica, organizzata, e che non bisogna arrendersi mai. Sei mesi dopo la loro morte, il popolo domenicano mise fine alla dittatura. Le sorelle Mirabal, il modo in cui hanno rischiato la vita, la loro resistenza, è ciò che ha portato a questo risultato. Oggi sono diventate per tutto il mondo simbolo universale di speranza e fiducia per le donne che hanno lottato e lottano contro le dittature fasciste. Ci inchiniamo con rispetto alla memoria delle sorelle Mirabal, assassinate da una cospirazione il 25 novembre 1960, di tutte le donne che hanno dato la vita per la lotta e la libertà. Offriamo la nostra gratitudine alle Sara, alle Seve, alle Hevrin, che hanno seguito il nobile percorso delle sorelle Mirabal.
Come donne della Siria del nord e dell’est, dedichiamo tutte le azioni di questo 25 novembre alla nostra amica e compagna Hevrîn Khelef, co-presidente del partito “Future Syria”, assassinata dai delinquenti di Daesh; le dedichiamo alla nostra amica e compagna che ha combattuto contro l’oscurità dell’ISIS, la combattente delle YPJ Amara Renas; le dedichiamo a Dayê Aqîde, membro del Comitato per la giustizia femminile (… / Women’s Justice Committee). Queste compagne hanno lottato per portare una pace dignitosa, l’unità democratica e una vita comunitaria ed egualitaria per i popoli della Siria settentrionale e orientale; hanno vissuto, hanno lottato e alla fine sono state uccise dal nemico in modo eclatante e calcolato. Anche loro sono come le Sara che hanno resistito al fascismo il 12 settembre, come le Seve che hanno resistito al fascismo di Erdoğan e come le sorelle Mirabal che non si sono inchinate, ma hanno resistito alla dittatura di Trujillo. Sono state la prova dei nove anni di rivoluzione delle donne nel Rojava; sono diventate eroine d’una vita degna e dell’unità dei popoli – e per la dignità e l’unità dei popoli, erano pronte a rischiare la vita. Rinnoviamo la promessa di non arrenderci agli attacchi del fascista Erdoğan. In loro memoria, realizzeremo le nostre azioni di questo 25 novembre con la consapevolezza che “l’occupazione è violenza, animate dallo spirito di Hevrîn elimineremo il fascismo e l’occupazione”.
Durante i nove anni di lotta, il più grande nemico dei popoli della Siria settentrionale e orientale è stato Daesh, e il più forte sostenitore di Daesh è la dittatura fascista di Erdoğan. Questi attacchi contro la nostra terra, iniziati il 9 ottobre 2019, sono un‘ altro fronte di questa feroce controrivoluzione: mirano a continuare sulla nostra terra una guerra che incarna l’epitome della violenza. Noi, che lo abbiamo vissuto qui negli ultimi nove anni, sappiamo bene che stanno praticando il fascismo, l’occupazione e la violenza sistematica contro tutti i popoli e le donne. Il fatto che le donne siano faccia a faccia con la violenza personale è un prodotto della mentalità fascista e della violenza organizzata.
Questa violenza sistematica ha come ulteriore conseguenza la deportazione di intere popolazioni, la sostituzione demografica, la distruzione ecologica, disoccupazione, e crisi economica, la privazione del diritto alla salute e all’istruzione e una molteplicità di violazioni dei diritti umani. Oggi stiamo vivendo ogni tipo di violenza in ogni aspetto della vita. Stiamo lottando in una resistenza senza pari.
Il 9 ottobre è stata avviata una campagna mirata nella terra della Siria settentrionale e orientale contro la rivoluzione femminile e dei popoli: contro questa controrivoluzione intensificheremo la nostra resistenza. Nella memoria di Hevrîn svilupperemo il sistema equo della copresidenza, improntato all’eguaglianza [sul piano del genere e della provenienza etnica e sociale – n.d.t.], in memoria di Amara continueremo a difendere ciò che siamo e che creiamo [«xata parastina cewheri», lett. “il campo della difesa dell’essenza” intesa come autodifesa, nel senso, ben oltre quello militare, di preservazione d’uno spazio esistenziale personale e collettivo, nel quale possa fiorire la libera autodeterminazione e autoespressione – n.d.t.], in memoria di Dayê Aqîde svilupperemo autentica democrazia e giustizia. Così come il popolo della Repubblica Domenicana ha sconfitto la dittautra di Trujillo animato dalla memoria delle sorelle Mirabel, noi sconfiggeremo il fascismo di Erdoğan in nome di tutte le Hevrîn del mondo.
“L’occupazione è violenza! Sconfiggeremo l’occupazione e il fascismo con lo spirito di Hevrin!” Siamo consapevoli che la nostra lotta è solo una parte di una lotta che ha luogo in ogni angolo del mondo, che ovunque le donne si stanno sollevando contro la dittatura e il fascismo. Prendiamo forza dalle loro lotte e inviamo loro forza. In questa prospettiva, facciamo appello a tutte le donne del mondo affinché pongano Erdoğan sotto accusa per rispondere dei suoi crimini di guerra e affinché costruiscano insieme a noi una lotta collettiva contro questi crimini di guerra, per la verità e la giustizia. Salutiamo con affetto la grande solidarietà delle donne del mondo per la nostra lotta. Insieme difenderemo la terra della Siria settentrionale e orientale e rafforzeremo la nostra resistenza. Su questa base, invitiamo tutte le donne del mondo a dare forza alla nostra lotta contro la violenza organizzata dello Stato, contro il fascismo, il colonialismo, la politica dell’occupazione e ogni tipo di violenza sulle donne.
Viva la rivoluzione delle donne in Rojava!
Viva l’unione democratica dei popoli!
JIN JIYAN AZADÎ! (Donna, vita, libertà)
Movimento delle donne Kongra Star
Consiglio delle donne del Nord e dell’Est della Siria
Consiglio delle donne della siria
Unione delle donne siriache
Consiglio democratico della Siria
Organizzazione delle giovani donne
Coordinamento delle donne dell’amministrazione democratica
Unione delle donne comuniste