Lo scorso anno nel mezzo delle distese desertiche del Rojava (Kurdistan Siriano) ha preso vita uno dei progetti più significativi per il movimento delle donne in kurdistan: Jinwar
Jinwar che in curdo significa “luogo delle donne” sarà un villaggio dove troveranno accoglienza tutte quelle donne che desiderano vivere in una società in cui possano autodeterminarsi e in cui possano essere libere di esprimere la propria natura, come ad esempio donne che hanno perso il marito in guerriglia e a cui risulta difficile ricominciare una vita da sole, perchè la società gli impone di sposarsi dinuovo o di portare il lutto a vita, oppure donne che rifiutano l’idea della famiglia classica e che nella società avrebbero problemi ad esprimere questo punto di vista.
Infatti spesso le donne, oltre ad essere vittime di violenza fisica sono anche vittime di violenza psicologia in quanto le uniche strade possibili per loro sono il matrimonio o la vita rinchiuse in casa.
Le donne curde hanno fatto grandi progressi per sconfiggere e combattere la mentalità patriarcale ma il lavoro è ancora molto e Jinwar è un passo per raggiungere l’autodeterminazione.
Jinwar sarà un luogo in cui una donna potrà scegliere di vivere nella società anche senza sposarsi, Jinwar sarà un luogo in cui la donna potrà esprimere il proprio punto di vista e la propria natura senza dover sottostare a pregiudizi della mentalità patriarcale.
Il 25 agosto Jinwar ha festeggiato simbolicamente la fine della costruzione delle prime case a cui sono state montate delle porte, ma che non sono ancora pronte per viverci in quanto c’è ancora da risolvere il problema dell’acqua e della corrente elettrica.
Per il momento il villaggio si autoalimenta con un generatore e per l’acqua hanno un pozzo che servirà sia per l’impianti idraulici delle case sia per l’acqua potabile.
Le case nel progetto finale (momentaneo) saranno 21.
Queste sono costruite con paglia e fango, quindi in completa sintonia e nel rispetto dell’ambiente circostante.
Viene solo usata una colata di cemento sul pavimento per evitare che la pioggia e le intemperie possano distruggere le fondamenta, ma per il resto i materiali sono completamente naturali ed autoprodotti.
Inoltre a Jinwar è presente anche un orto, dove le donne hanno piantato diversi tipi di ortaggi e verdure per cercare di autoprodursi in totale autonomia e boicottare il sistema capitalista totalmente. Quello dell’orto è stato il primo progetto in Jinwar, il 25 novembre 2016 è stato piantato il primo albero, l’otto marzo invece simbolicamente è stata posata la prima pietra e sono cominciati i lavori, adesso in soli 5 mesi, il villaggio comincia a prendere forma e le prime case sono finite.
Un altro obbiettivo del comitato Jinwar è quello di riuscire a terminare la costruzione dei tetti delle case prima che inizi l’autunno in quanto le piogge distruggerebbero il lavoro fatto fin ora.
La costruzione di queste case è quindi un grande evento per il comitato di Jinwar, composto da donne provenienti da diverse zone del Rojava, che ha chiamato la comunità per festeggiare.
Durante i festeggiamenti non possono mancare i tipici balli curdi e le canzoni dedicate alla guerriglia alle YPG e YPJ.
Simbolicamente tutte e tutti i partecipanti all’evento hanno portato i mattoni, anch’essi di paglia e fango, vicino le fondamenta di una nuova casa in costruzione e insieme hanno cominciato ad assemblarla.
Questo momento è stato molto emozionante, c’erano donne di tutte le età, uomini, bambini e bambine che insieme costruivano qualcosa, fisicamente ma sopratutto costruivano insieme un’idea, l’idea che la donna in questa società e in tutte le società possa essere libera, l’idea che la donna può autodetrminarsi e che questa non è un’utopia, l’idea che la donna potrà essere libera e consapevole della propria figura all’interno della società, ma sopratutto l’idea che non ci sarà liberazione dei popoli se prima non ci sarà la liberazione delle donne.
Consapevoli che Jinwar sarà un esempio di una nuova vita per tutte le donne che credono nella libertà.
JIN JIYAN AZADI