Il 15.16.17 ottobre son state giornate dense di incontri con Delsha Osman responsabile di Kongra Star (il congresso delle donne, il nome in curdo si riferisce alla antica dea Ishtar).
A Delsha Osman è stato conferito sabato 15 ottobre il Premio internazionale Daniele Po, con le motivazioni: “Il comitato istituzionale del Premio ha designato come vincitrice per l’anno 2022 Delsha Osman, curdo-siriana, rifugiata politica in Europa, responsabile europea del Coordinamento dell’organizzazione femminile Kongreya star, movimento fondato nei territori del Rojava nella Siria nord orientale e impegnato nella diffusione dei principi della democrazia confederale basata sulla parità di genere e sul ruolo centrale delle donne a livello economico, culturale e sociale e nella difesa dei diritti umani e dell’ambiente, attraverso quella che viene definita la rivoluzione delle donne del Rojava e che è oggi più che mai in gravissimo pericolo.” La gestione organizzativa è stata curata dall’ associazione Bangherang della prov. di Bologna.
Rete Jin Bologna ha avuto la possibilità di incontrare Delsha al di fuori degli eventi istituzionali: il sabato 15 pomeriggio, la domenica 16 pomeriggio e il lunedi 17 sera.
Sabato mattina, all’ingresso di Palazzo d’Accursio un sit-in ha accolto la responsabile di Kongra Star tra striscioni, bandiere e canti. Rete Jin Bologna, il Comitato Curdo Italiano e Rete Kurdistan Emilia Romagna hanno poi riportato i loro saluti ufficiali a Delsha durante la cerimonia di premiazione nella Cappella Farnese.
Delsha Osman ha evidenziato nel suo intervento l’importanza dell’organizzazione confederale curda nella battaglia contro l’Isis e tutti i fondamentalismi politico-religiosi che opprimono le donne. Ha tenuto a sottolineare che per la confederazione del Nord-est Siria il cambiamento ha come base la liberazione femminile, le assemblee come forma organizzativa, ed ha fatto riferimento all’abolizione del tradizionale matrimonio forzato di donne spesso minorenni. Osman ha anche raccontato la genesi del villaggio di Jinwar, nato come luogo separato ed autogestito da donne per l’ospitalità di reduci dalla guerra, vittime di violenza, ma ora ospitale a tutte. Un accenno molto interessante da parte sua è stato quello al concetto di “minoranza”, spesso usato dagli Stati nazionali per togliere potere agli abitanti dei territori, in nome della…maggioranza, una forma di colonizzazione interna e di autorizzazione alla predazione di chi abita e vive le terre.
E’ stato anche svolto un incontro con Delsha presso il centro di Armonie. Un intervento di Laura Quagliuolo di Rete Jin Milano ha illustrato le modalità di autorganizzazione del movimento delle donne curde.
Il collettivo Le Matriarcali ha esposto le tracce e fonti comuni dal neolitico ed è stato proiettato il film “Blooming in the Desert” (2021), documentario di Benedetta Argentieri che narra la vita e la rinascita della città di Raqqa, in Siria, dopo la sconfitta dell’Isis.
Nel suo intervento Delsha Olsman ha ribadito l’importanza dell’organizzazione e in particolare dell’autonomia delle donne e illustrato l’importantissimo lavoro di Kongra Star in Europa. La compagna ha anche parlato dell’attualità e della responsabilità dei governi occidentali nella guerra in Nord-est Siria e nel supporto alla Turchia. È stato un intervento molto intenso, efficace e partecipato (saranno disponibili video registrazioni con autorizzazione alla divulgazione).
Il 16 ottobre a Pieve di Cento si è svolta l’iniziativa con Delsha Osman e Mirca Garuti, Flavio Novara di Alkemia press Mo e Rete Kurdistan Emilia-Romagna, con mostra fotografica. L’iniziativa è stata realizzata con il supporto delle reti di solidarietà femminista sul territorio.
Il 17 ottobre a Valsamoggia si è svolto l’incontro separatista con Raffa Rete Appenninica Femminista c/o casa per ospitalità La Lodola (Appennino bolognese).
JIN JIYAN AZADI!
Rete Jin Bologna