Chiamata all’azione – Basta attacchi turchi contro il Kurdistan!

Fin troppo spesso in anni recenti abbiamo visto cosa significa quando la Turchia lancia operazioni come questa. Perciò sta a noi attivarci adesso!

Traduciamo da Women Defend Rojava (2 febbraio 2022).

Care amiche e compagne,

da ieri sera, la Turchia ha bombardato numerosi luoghi del Kurdistan con attacchi aerei. Dopo che l’attacco dell’ISIS a Hesekê, in Siria del Nord-Est, è stato sventato con successo dalle Forze Siriane Democratiche (SDF), la Turchia, uno Stato membro della NATO, sta nuovamente lanciando violenti attacchi con numerosi aerei da guerra. Gli obiettivi attuali sono una centrale elettrica che fornisce elettricità alle persone a Koçerat, nella regione di Dêrik, dove un paio di ore prima migliaia di persone avevano preso parte ai funerali di 10 dei 121 uccisi nel combattimento contro l’ISIS a Hesekê; a Sengal, dove l’ISIS ha commesso un genocidio nell’agosto del 2014, uccidendo decine di migliaia di Yazidi e schiavizzando donne e bambini; nel campo profughi di Mexmûr nel Kurdistan meridionale, dove vivono 12mila persone. Inoltre, ci sono notizie di attacchi di artiglieria a Sehba. Sehba è una regione a nord di Aleppo dove nei campi vivono decine di migliaia di persone fuggite da Afrin.

Di nuovo i droni e gli aerei da guerra di Erdogan stanno volando e uccidendo, ancora i soldati turchi e i mercenari islamisti stanno provando a catturare e occupare il territorio che negli ultimi anni si è consolidato con sforzo e autorganizzato. Comunque, la guerra in Siria del Nord-Est non è mai cessata, poiché ogni giorno negli scorsi mesi le battaglie sono state onnipresenti, le bombe e gli attacchi dei droni sono stati una minaccia quotidiana, migliaia hanno perso la vita nella lotta per la libertà o sono dovuti fuggire.

Condanniamo fortemente il nuovo massiccio bombardamento e questa guerra continua. Non soltanto perché porta morte, sfollamenti, privazione e stupri – ma perché è diretta contro uno dei movimenti democratici e femministi più forti al mondo. Insieme al movimento di liberazione curdo, insieme al PKK, le persone qui negli ultimi dieci anni hanno consolidato una società che dovrebbe funzionare in modo libero, solidale ed ecologico.

Mentre alcuni considerano questo terrorismo, per noi è la conferma che la lotta per una vita libera, la rivoluzione delle donne in Siria del Nord-Est, è un pericolo per gli esistenti sistemi patriarcali e capitalisti. In Siria del Nord-Est possiamo vedere cosa significa fare una politica femminista, costruire una società con un sistema democratico basato sulla partecipazione di chiunque e su strutture autorganizzate che vengono dal basso, dal popolo. 

Fin troppo spesso in anni recenti abbiamo visto cosa significa quando la Turchia lancia operazioni come questa. Perciò sta a noi attivarci adesso! Ci appelliamo a tutte le forze democratiche e femministe affinché si uniscano e resistano. Facciamo pressioni sui politici, informiamo la stampa locale, assicuriamoci insieme che la criminalizzazione del movimento curdo e del Partito dei Lavoratori del Kurdistan abbia una fine, perché questo è il terreno politico su cui questa guerra può essere intrapresa. Supportiamo l’autodifesa delle persone sul posto, sia con donazioni – per esempio all’organizzazione di assistenza sanitaria “Mezzaluna Rossa Kurdistan” (Heyva Sor a Kurdistanê) – sia con altre azioni. Facciamo sapere nelle strade e nei bar come gli Stati internazionali abbiano una parte di responsabilità nella guerra, avendo contribuito alla riorganizzazione dell’ISIS ed essendosi assicurati che in migliaia venissero allontanati dalle loro case.

Uniamoci e difendiamo la rivoluzione delle donne!

Diffondete le vostre azioni con gli hashtag #stopturkishinvasion e #womendefendrojava

Il tempo della libertà è arrivato!