A tutte le donne del mondo:
Care amiche,
questo è un invito urgente ad andare a Diyarbakir, in difesa della vita e in solidarietà con l’attivista del TJA, la cara Leyla Güven, che è in sciopero della fame a oltranza dall’8 novembre. Ha iniziato il suo sciopero della fame in prigione e dopo la sua liberazione, nel 79 ° giorno, lo ha continuato a casa sua. Mentre scriviamo questo appello, Leyla è al 106 ° giorno di sciopero della fame. Il 2 marzo, il TJA riunirà un forum di donne per discutere le azioni da intraprendere per convincere il governo ad ascoltare la richiesta di Leyla e per portare solidarietà.
La salute di Leyla è in condizioni molto fragili, ma lei è molto determinata a proseguire fino a quando non sarà ascoltata la sua unica, semplice richiesta: porre fine all’isolamento totale di Abdullah Öcalan. In altre parole, chiede che il governo rispetti il diritto di Öcalan a ricevere visite regolari di avvocati e familiari e il diritto di comunicare con il mondo esterno.
Questo regime totale di isolamento è in vigore solo nella prigione dell’Isola di İmrali: da 4 anni a Öcalan è vietato vedere regolarmente i suoi avvocati e i suoi familiari e non può comunicare con il mondo esterno.
L’isolamento totale che allontana Öcalan da ogni contatto con il mondo esterno è senza dubbio una grave violazione dei diritti umani e del diritto internazionale, nonché della legge turca.
Tuttavia, non si tratta soltanto di una semplice illegalità e tortura di stato. Abdullah Öcalan è un leader amato da milioni di curdi in Turchia e in Medio Oriente; è una persona che ha lottato e che ha convinto milioni di donne a lottare per la loro liberazione; è un filosofo e un politico le cui idee sono discusse ovunque, una personalità la cui lungimiranza e il cui pensiero sono valutati su scala mondiale, mediorientale e turca. Si può essere d’accordo o meno con le sue idee e il suo pensiero. Tuttavia, imporre un isolamento totale, in violazione di tutte le norme legali, a un attore così influente, sulle cui idee e leadership larghe fasce della popolazione hanno riposto le loro speranze significa fare una dichiarazione politica e portare avanti un’azione politica, non un procedimento legale.
È in questo quadro che la deputata Leyla Güven, straordinaria attivista per la libertà, la pace, la giustizia e la democrazia, ha deciso di alzare la voce e ha offerto la sua vita contro il crimine del silenzio; Leyla ha deciso di usare il suo corpo come un’arma provocatoria che possa aprire uno squarcio di luce nel buio.
La domanda sollevata da Leyla è la stessa domanda che fanno milioni di persone. Si potrebbe immaginare che chi ha responsabilità di governo faccia lo sforzo di prendere in considerazione, valutare e cercare una soluzione a una richiesta così semplice di giustizia e pace fatta a costo della propria vita. Invece no, il governo ha scelto di far finta di nulla e di cercare di soffocare la voce di Leyla. Così, le persone in sciopero della fame a oltranza sono ora 320, la maggior parte di queste in prigione.
Chiediamo alle donne di difendere la vita, di dimostrare che tutte noi sentiamo la voce di Leyla nonostante tutti i tentativi di farla tacere, e di chiedere che il governo prenda provvedimenti urgenti per porre fine al crimine di isolamento totale affinché Leyla possa vivere.
NON LASCIAMO CHE MUOIA UN’ALTRA DONNA. NON RIMARREMO INDIFFERENTI. LEYLA NON SEI DA SOLA.
per informazioni contattare: ceni_frauen@gmx.de
mettendo in copia solidarietadonnekurde@gmail.com